Category: intervista

Kumbh Mela: riti, asceti e potere.

Da occidentali quali siamo, che guardano all’India, è purtroppo facile inciampare in una visione orientalista, ovvero riversare aspettative, pregiudizi e cliché nei fenomeni che osserviamo e di cui difficilmente capiamo il senso, perché distanti dal nostro modo di pensare e di vedere il mondo. Il Kumbh Mela può apparire come un evento dal fascino esotico, un appuntamento da non perdere e da inserire nella to do list del “vero” yogin, un pellegrinaggio da fare almeno una volta nella vita, un’esperienza fotogenica per nutrire i nostri canali social.
Onde evitare di imbarcarsi nell’avventura sprovvisti di un bagaglio culturale consapevole e possibilmente approfondito, ne parliamo con Daniela Bevilacqua, indianista ed etnografa, che studia e frequenta da anni il subcontinente indiano.

Daniela Bevilacqua è un’indianista specializzata in ascetismo indù, indagato da una prospettiva etnografica e storica. Ha conseguito il dottorato in Civiltà dell’Africa e dell’Asia presso l’Università Sapienza di Roma e in Antropologia presso l’Università di Parigi Nanterre. Ha lavorato come ricercatrice post-dottorato presso la SOAS, per il progetto Haṭha Yoga finanziato dall’ERC (2015-2020). È autrice di Modern Hindu Traditionalism in Contemporary India (2018, Routledge), From Tapas to Modern Yoga (2024, Equinox) e di numerosi articoli e capitoli di libri su argomenti relativi alla tradizione religiosa indù, al genere e alle pratiche incarnate.

Yoga nidra e malati oncologici: essere presenti infonde coraggio.

intervista a Sabrina Provasoli

Le applicazioni a cui si prestano yoga e meditazione sono molteplici, proprio per la loro natura intrinseca di “metodo” piuttosto che di pratica fine a sé stessa. Un metodo ideato e affinato nel tempo, nato grazie alla ricerca e all’applicazione di asceti indiani (dall’800 a.e.v. circa) determinati a capire ciò che sta all’origine della sofferenza in cui nasce e vive l’essere umano e a trovare una soluzione al continuo errare.

Quello che più mi affascina di queste discipline è proprio questa capacità di essere “metodo”, di mettere in contatto e di far convergere su un unico sentiero mondi tra loro distanti. Persone che non lo cercano consapevolmente, ma che lo scoprono spinte da una condizione di necessità, che sia la donna durante la gravidanza, il detenuto in carcere, un musicista che deve gestire la paura del palcoscenico, o un malato oncologico, ecco, questa possibilità di poter condividere il gioiello prezioso dello yoga che ha attraversato il tempo e lo spazio, è fonte inesauribile di scoperta e di crescita per chi lo pratica – e per chi lo trasmette.

È cosi che ho intervistato Sabrina Provasoli di Gallarate, insegnante yoga e socia YANI, per dare risonanza alla sua esperienza con i malati oncologici ai quali propone ogni settimana una sessione di yoga nidra. Read More